Di isole lontane ,di alici fritte ,di scialuppe e di pagliuzze d’oro .

A Maria Rosa che ama il mare d’inverno e canta alla luna

Ti Scrivo dalla mia isola lontana dopo tanto ,tanto tempo. Voglio raccontarti dei tramonti infuocati, della felicità e della solitudine. Di giorni mai uguali, di passeggiate senza mappa ,dei miei vicoli bianchi ,di come è ancora vivo lo stupore e l’incanto in tutta questa bellezza.  No, non farò ritorno ,da dove sono non si torna più, ma i  messaggi nelle bottiglie ,quelli li mando ancora…..tu ne  hai trovato uno .Ho ricominciato da un naufragio ,ho nuotato tanto ,col mare in tempesta nel buio delle notti tristi , alla fine sono approdata sull’isola ,il mio lieto fine. Vivo in una casetta bianca con le porte e le finestre azzurre, cucino alici ,ho imparato a pescare,   parlo poco ,guardo le stelle ,cammino sempre scalza ,esprimo desideri ,penso molto ,amo…infinitamente. I miei figli sono con me, le mie pagliuzze d’oro nel nero della notte.

Gipsysoul     

ALICI FRITTE

Ingredienti

Un’isola lontana ,

un cielo azzurro ,

vicoli bianchi,

panni stesi al sole,

gatti, tanti gatti,

olio EVO

farina

Alici appena pescate

Scialuppa di salvataggio

Di calamari ripieni e di spiagge d’autunno

La ricetta dei calamari ripieni col sughetto da mangiare sulla spiaggia dell’isola.

14469482_896989647099103_8452105779725318109_n

14441215_896989807099087_5711214661538762770_n

nyt-food

La ricetta dei calamari ripieni col sughetto

una decina di  calamari(freschi eh?)

4 uova

150 g di grana grattugiato

aglio e prezzemolo

olio evo

300 g di pomodori pelati

un po’ di passata di pomodoro

sale e pepe

mollica di pane

PROCEDIMENTO:

Teniamo  da parte 6 calamari e gli altri  li tagliuzziamo e li passiamo in padella con olio e aglio.

Sbattiamo le uova aggiungiamo  la mollica di pane ,  il grana, il sale, pepe, aglio e prezzemolo ,impastiamo  fino ad ottenere un composto morbido , poi aggiungiamo i calamari fritti

Riempiamo i calamari

Nel frattempo prepariamo un sughetto veloce e leggero con un piccolo soffritto di aglio mentre i calamari vanno passati in padella con un po’ di olio e rosolati.

Mettere alla fine i calamari rosolati nel sughetto e cuocerli per una mezz’oretta.

Preparare un cesto,di quelli belli come li usavano le nostre mamme,una bella tovaglia,una coperta di lana,un buon vino bianco,qualche fetta di formaggio,frutta e cioccolato,i fiori sarebbe proprio bello ,pensare solo al mare,al cielo e a questo meraviglioso cielo d’autunno.

Si può fare!!

Love Gipsy

 

 

 

Una poesia perchè pare brutto chiamarla crostata

È urgente l’amore.
È urgente una barca in mare.
È urgente distruggere certe parole,
odio, solitudine e crudeltà,
alcuni lamenti,
molte spade.
È urgente inventare allegria,
moltiplicare i baci, i raccolti,
è urgente scoprire rose e fiumi
e mattine limpide.
Cade il silenzio sulle spalle e la luce
impura, fino a dolere.
È urgente l’amore, è urgente
Restare.

EUGENIO DE ANDRADE

 

rosewater-tart-6

rosewater-tart-7

foto e ricetta sul sito

http://www.sprinklebakes.com/2013/06/roses-and-gold-rose-water-tart.html

 

To take care #1 breakfasts of love…

bcf005fda1c5bf0f202e2617149e8428

To take care …sembra quasi una carezza,prendersi cura,è quello che voglio fare ,per il resto di questa primavera capricciosa e per l’estate così vicina,praticare gentilezza,non andare di fretta,lavorare in giardino, guardare crescere i fiori,progettare un nuovo spettacolo.Quindi colazioni belle e buone,energetiche e rilassanti,preparate con cura e con amore , la tavola apparecchiata  in giardino con le tovaglie buone che ho usato così poco ,piatti e tazzine colorati possibilmente non spizzicati (a casa di Gipsy sarebbe un miracolo),fiori dappertutto,marmellate fatte in casa,pane caldo,yogurt e frutta freschissima ,torte al cioccolato da leccarsi i baffi e tante altre cose belle e buone ,per i miei figli e gli ospiti( per i miei figli ci spero poco si alzeranno giusto per l’ora di pranzo) Mi divertirò a preparare dolci di altri paesi e tutti gli incontri avranno come ispirazioni una città del mondo.Una volta la settimana ,il sabato mattina ci saranno i “breakfast club “social colazioni con amici e non ,per condividere,conoscersi o rafforzare vecchie amicizie .Bene,è solo l’inizio!!!!!

0a36b9c4b179cd87a1b5d71e0efbfc22

848d45f3b889290962474b2f387078a1

e140013092e092ab237a0703c8fb9675

af45c55402837d21e0112e4ca9c4dd5d

Of Course!!!!!!

Baci Gipsy

Una domenica qualunque

 

Svegliarsi presto senza farsi immalinconire dalla pioggia, decidere di preparare una colazione fantastica  ,ma prima uscire senza lavarsi,senza pettinarsi ,dopo un caffè in solitudine con pensieri belli,lasciarsi sorprendere dalle roselline rosa arrampicate al muretto ,raccoglierle, tanto la signora non mi vede,dorme ancora ,e già che ci sono le rubo pure una piantina di basilico ,salutare micio innamorato di me che sembra riconoscermi pure da lontano, che veramente è micia perché aspetta i piccolini,ripensare a ieri sera che proprio non volevo uscire e invece ho fatto bene,perché anche una notte di maggio piovosa può essere magica Penso che proprio non ci  riesco a stare ferma,con il corpo con la testa e con il cuore .E vado ,per perdermi e ritrovarmi,per attraversare mari in tempesta e aspettare albe col cielo blu,per condividere  bellezza ,per incontrare,per ritrovare il senso ,vado per cercare e trovare amore ,passione,bellezza ,per cercare qualcosa che sappia emozionarmi ,farmi tremare ,che mi faccia cambiare sguardo ,idee e direzioni ,che mi faccia ballare.

13139133_815157438615658_5602445837785946615_n

E’ ora di tornare,micio mi segue,prendo una ciotolina e gli verso il latte,mi gira intorno riconoscente,mi vuole bene,mi riconosce ,sa chi sono,ecco questo e solo questo mi ferma,preparo la colazione per i miei figli ,mia ancora,mia vita,mio biglietto di ritorno , mio viaggio infinito.

Sabrina #6 Ho scritto di un viaggio…..

sabrina 1

Lettera dal Land

Baviera, primo vero giorno di Primavera

Gipsy del cuore,

finalmente è arrivata, oggi, sorridente come un bimbo col primo cono gelato della stagione in mano, la Primavera bavarese. Ci ha colti tutti di sorpresa, a dir la verità, ché ci aspettavamo cieli grigi e venti del Nord suggeriti dai nostri super (inutili) moderni telefoni, e invece eccola, vestita di azzurro, elegantissima come sempre. A dir la verità non so bene quanto resterà, in Baviera le stagioni ti vengono a trovare per pochi giorni, poi scappano chissà dove e tornano quando tu non sei pronta ad accoglierle e sulla tua tavola non hai niente di preparato  e sfizioso da offrire. Credo che lo facciano per vedere quanto tu sia ospitale e creativa, generosa e ottimista, e spesso mi viene da pensare a te, che qui dalle mie parti saresti la padrona di casa preferita di ogni Primavera e di ogni Signora Estate, con la tua cucina profumata e sempre pronta, col tuo cielo nelle stanze di casa e l’odore del teatro dietro la porta.

Gipsy, capisci che non potevo scegliere giorno migliore per scriverti. Il primo vero giorno di Frau Primavera (come si indicano le signore qui in Baviera).  In queste settimane di minestre calde e serate gelide ho pensato a tante cose, e sognato molto. Moltissimo. Ho scritto di un viaggio che voglio fare presto, in un posto che ho già visto ma che mi chiama da un po’,  e tu sai quanto sia difficile dire no alle cose che ami. So già che verrai con me, a prescindere dalla noiosa distanza fisica che ci separa e che ormai si è fatta dettaglio inutile, che noi abbiamo imparato a deridere in un modo che ancora oggi mi stupisce  e mi diverte tantissimo. Ho già deciso che la prima foto che scatterò sarà per te, un pezzo di cielo assolato in una terra un po’ lontana, ma neanche troppo, che parla una lingua difficile e sconosciuta, in una città dai mille ponti, tutti eleganti e maestosi, eppure anche semplici, se capisci che intendo. Non sarà bello essere lì insieme?

Nel frattempo continuo a scrivere – non so ancora quando partirò, ché io le cose non so programmarle ma anzi sono loro che di colpo mi prendono per mano e mi portano via, sequestrandomi per giorni in una magia che poi quasi sempre fatico a dimenticare – continuo a scrivere, sì, dividendomi tra il lavoro e le lettere agli amici, che io ancora scrivo a mano, come facevo da bambina. Quanto ho amato scrivere lettere a mano, Gipsy!  Le imperfezioni, le parole sempre un po’ storte, le virgole e i punti accennati ma vivi, la data in alto a immortalare un momento che non tornerà più, e che ti mancherà, un giorno, e poi righe fitte di emozioni e domande scritte che si portano già dentro la speranza di una risposta, e alla fine i baci e gli abbracci fatti di lettere ma anche di gesti invisibili, racchiusi in poche parole, fino alla firma, quel tuo nome a chiudere un cerchio, come il buio alla fine di uno spettacolo, il tuo nome scritto come un inchino. Gipsy, se rinasco voglio fare lo scrivano!!

Sono stata a Roma, solo pochi giorni di casa, e per la strada ho sentito una voce portata dal vento gentile di una stagione già bella, un uomo che parlava con tutta la calma del mondo, e in quel luogo così poco tranquillo come è la mia città, mi è sembrato quasi un miracolo di Dio, la voce di uno che si è rubato il tempo degli uomini e se ne va in giro a restituirlo a caso, a chi ha la fortuna e la pazienza di ascoltarlo. Anche lì ho pensato a te, ripromettendomi di raccontartelo, ché tu puoi capire bene come ci si sente quando una voce, nel rumore della vita, ti blocca il passo e ti colpisce come il primo schiaffo che ti ha dato tua madre, che poi alla fine e per sempre non dimentichi più. Ecco, non riesco a dimenticare quella voce e quel modo così lieve di essere, eppure così forte. Allora ho capito che devo scriverci su, crearci dietro un mondo di idee strambe e improbabili così tanto care alle persone strambe e improbabili che forse noi siamo.. E chissà se ho sbagliato ad aggiungere forse!!

Roma è sempre più  bella e sempre più disperata, e mi sono chiesta se anche questo suo essere così drammatica la renda la meraviglia che è. In ogni caso è sempre casa mia.  E mi ha colpito capire, forse davvero per la prima volta, quanto diversa sia da questo Land. A Roma la Primavera arriva per restare, così come le altre sue compagne, non fa troppi scherzi e non ha fretta di andare, non ti sorprende più di tanto ma anzi bussa alla porta prima di entrare e poi si accomoda, aspettando che tu le renda gli omaggi che merita. Ma se non lo fai non si offende, sta seduta lì e va via solo quando proprio deve. Non è capricciosa né troppo viziata, e tu sai sempre cosa fare. Qui no, qui è più difficile. Eppure..

 

Gipsy, che si dice nella tua Isola? Mi piacerebbe leggere che c’è un tempo buono, e che buoni sono i sogni sotto quel pezzo di cielo, e gentili, che Frau Primavera non fa i capricci ma anzi che ogni giorno si accomoda alla tua tavola a mangiare quel che c’è, con grazia e sorrisi.  Mi piacerebbe leggere che Speranza e Futuro sono le protagoniste di quello spettacolo che è la tua Isola, che contrariamente a quanto si pensa, è un’Isola che c’è. Eccome!

e lo dai un consiglio prima che io ti lasci? Me lo dici quale pasto ama la Primavera, e cosa posso mettere sulla tavola per sedurla e convincerla a restare? Sai che per me solo tu puoi farlo.

Come sempre ti lascio, come sempre per poco,

Sabrina

sabrina 2

 

 

La filosofia degli gnocchi,procedere seguendo l’istinto.

13055506_808583305939738_9193144360869408855_nE’  sabato fuori, ancora buio ed è pure primavera,e cè profumo nell’aria,di acacia ,di rose ,anche dentro casa.C’è ancora il disordine del venerdi’ sera con gli amici,qualche bicchiere di vino lasciato a terra,cicche di sigarette e quell’atmosfera che mi piace tanto di  tracce, di pensieri ,chiacchiere e di volersi bene:Ho voglia di andare fuori ,metto sulle spalle la trapuntina di cotone ed esco in giardino a piedi nudi,mi sento tanto Winona Ryder nel film Gli anni dei ricordi.Già,dove risiede l’amore ,si chiede, ed esiste una ricetta perfetta? In fondo è come gli gnocchi,non esiste la ricetta perfetta ,saranno meravigliosi o risulteranno mollicci e appiccicosi?Non esistono regole da seguire,bisogna procede seguendo l’istinto. Io  mi predispongo per il meraviglioso,come quest’alba di primavera.

Con amore Gipsy

gnocco 5

gnocco 3

13100849_812057955592273_5987746369305444709_n

copertina11

gnocco 2

gnocco

 

Sabrina #5 Io ti ho vista……..un bacio.. Rose

12555865_592176314269612_2000522353_n

 

Lettera dal Land

Baviera, giorni dopo il Carnevale

Cara, preziosa Gipsy,

sono tornata. Tornata in Baviera, tornata da te.

Ero nella mia amata Roma, tra casa amici vicoli fontane urla.. e Teatro. Quell’odore che conosciamo bene, il buio e la luce che si danno la mano e danzano sulle assi dure, le battute, le parole mille volte ripetute eppure sempre diverse, i no e i sì che arrivano dall’alto, la tua faccia stampata e attaccata sui muri, che sei tu ma anche un’altra, e quell’altra stavolta si chiamava Rose Papillon. La mia Rose, che bello è stato – e duro – essere Rose. Che bello è – e duro – essere lì sopra, ogni sera.

Sai, io ti ho vista Gipsy, e poco importa se persone senza fantasia – tu lo sai che esistono persone senza fantasia? – dicono che non eri seduta lì davvero. Io ti ho vista. Eri lì con me, proprio vicina, quando la luce diveniva rossa, e poi alla fine andava e veniva come il battito di un cuore che poi all’ultimo, e senza avvertire, si ferma. Nell’istante di buio, Gipsy, eri lì, nell’istante di luce, Gipsy, ancora lì. Puoi immaginare la mia sorpresa alla prima, e puoi di sicuro capire la mia tranquillità di saperti lì le altre sere, tutte. La certezza di vederti nel buio e trovarti nella luce, sempre.

Poi dire Grazie alla fine, la musica degli applausi, anche dei miei, e quel senso di perdita, ogni sera, e di rinascita, ogni sera. E poi, Gipsy, il gran finale. Che strappo, ogni volta

12728452_1573070953012306_199906526_n

 

La Baviera mi ha accolto con braccia insolitamente calde, un cielo bianco, e molti sorrisi. E mi sono venute delle idee nuove, a salvarmi dalla tristezza degli addii teatrali che subisco sempre troppo e sembrano eterni. Ma nuovi giorni mi attendono, e allora non potevo non scrivere a te, preziosa come sei con la tua anima accogliente che sembra di stare a casa, quando ti si parla. Quando ti si scrive. In quali avventure stai mettendo il cuore e gli occhi, ora? Dove te ne stai volando, in questi giorni che hanno perduto il loro Carnevale e corrono veloci verso altri di disperazione divina e grazia di Risurrezione?

Domani sarà un giorno importante per le mie idee, e allora oggi mi preparo l’anima con la musica della mia Rose – la mia musica – un dolcetto che precorre i tempi e questa lettera per te. Secondo me non esiste modo migliore per allenarmi la vita. Non conosco che questo, un volo tra la passione, passando per la dolcezza, per atterrare infine da un’amica.

 

Ho comprato dei colori, anche se non so disegnare. Mi piace vederli sul davanzale della mia finestra quando mi sveglio, mi piace che ci siano, fanno compagnia alla stanza quando esco. Da quando ho scoperto che la Baviera non è grigia come ci avevano fatto credere, ma blu gialla e rosa, a volte, e che Novembre, il mese in cui sono nata, è rosso scuro, e non viola livido, ho capito che mi servivano i colori. Così, per non confondermi la via, per dare tonalità giuste alle strade e alle facce della gente che incontro. Quando troverò il coraggio li aprirò anche, e tu sarai il primo colore che mi metterò tra le mani.

 

Gipsy lo sai che non fa freddo? Oppure sono io che ho cambiato temperatura! Oppure è l’entusiasmo che riscalda, e chi lo sa. Sogno ancora di venire sulla tua isola, che via via si fa sempre più vicina. La strada l’ho trovata, mi basta solo colorarla prima. Poi, sarà un attimo arrivare.

 

Sono certa lo senti già, il mio lungo, lentissimo abbraccio.

 

Sabrina

 

Gipsy #6 Vi scrivo da una solitudine ……

“Seduta al mio posto, mi chiedo che cosa in noi mantiene vivo il desiderio di andare avanti comunque, ad ogni età e in ogni circostanza. Per alzarsi e mettersi in marcia, spesso bisogna essere chiamati per nome. […]
Appartenere a un luogo, quello di nascita e quello di elezione. Dedicarvisi, invece di rivolgere gli occhi altrove, avanti o indietro. Gioire di una certa luminosità del cielo a quell’ora, delle stagioni, dei paesaggi: è un fiume o una spiaggia, una radura in collina o una città, è casa mia. Io sono qui, adesso……..

5e0430be72a811f1b5bcaaa4e49517f01

Ma con lo stesso fervore spostarmi. Non necessariamente lontano, ma cambiare punto di vista, scoprire cose del tutto differenti, prendere coscienza della relatività, per meglio discernere cosa fa del nostro «qui» un luogo unico. Partire per meglio riscoprire. […]
Forse siamo veramente noi stessi solo nella meraviglia, nella loda, nella riconoscenza. Occasioni in cui si esprime la parte migliore del nostro essere, che canta, si dilata […].
L’ammirazione è solo una dei nomi della Speranza, una piccola via di Speranza. Uscire dall’io, spesso angusto e cupo, per lasciarsi cogliere dall’ammirazione. Raschiare dall’essere lo strato dell’abitudine e d’usura così da contemplare quanto di bello si presenta agli occhi spenti, assuefatti. […]

c54e62991c9fbd33ab27ce0ee4c2f73f
Accogliere come un prodigio il primo viso: quello più familiare, tanto vicino che non lo si vedeva più, o lo sconosciuto incontrato per strada; il volto dell’altro che viene verso di noi con il carico di desideri e paure che possiamo sentire come nostro, anche se lui ci rimane ignoto. Lasciarsi toccare dai compagni di metropolitana: la mano del bambino nero nel palmo rosa della madre, la guancia adolescente appoggiata sulla spalla amica in giubbotto di pelle, la discussione appassionata sul giornale semiaperto fresco fresco. Fratelli umani che con noi vivete!
Distogliersi da se stessi, staccarsi dagli errori, dagli insuccessi, entusiasmarsi per darsi alla bellezza che salva

Vi scrivo con entusiasmo. […]
Vi scrivo da una solitudine……..

ppppp

Tutti gli uccelli han preso il volo, la casa è stranamente silenziosa. Dopo il vocio dei risvegli, la febbre delle partenze […] c’è il vuoto, vertiginoso. […] C’è tutto il disordine da risistemare, le spese e già il pranzo… ma da dove cominciare? […]
Anzitutto riposo. Assaporare questo momento senza cedere al desiderio furtivo di ritornare a letto, senza stordirsi subito con le faccende. Un istante di pace sul bordo del tavolo di cucina ancora ingombro dei resti della colazione o nel cantuccio prediletto. La tazza di caffè gustata senza che un gomito maldestro la faccia versare sulla gonna o che una richiesta urgente […] vi scuota.

078c5aab34eb0662de7ecaa57e9b40671

Lo sguardo posato sull’albero alla finestra. Lunga spiaggia dove correre, correre, come a cinque anni, a quindici o a trenta. L’io si ricompone attorno a questa cavità così piena. La posta cade nella buca delle lettere. Il colpo familiare provoca lo slancio: Chi pensa a noi, a me? Una lettera da gustare. Il giornale aperto collega di botto col mondo. Il campanello dell’ingresso: la vicina, con le mani infarinate Non avrebbe mica un uovo? Il telefono rompe il silenzio: Sei tu? Sono pochi quelli che possono risparmiare formule di presentazione, coloro la cui voce ci colpisce nel vivo, e possono permettersi l’indiscrezione: Che cosa fai? A cosa pensi?

 

Ecco! Il meccanismo è ripartito: tutti i legami invisibili che intrecciamo continuamente, che formano la trama della nostra vita, presuppongono anche una stoffa propria, quella stessa che si tesse nel silenzio, che chiamiamo giardino segreto, intimità, raccoglimento. Che valore avrebbero le nostre relazioni se non avessero alla base quell’esistenza silenziosa?”

blogo

èè

Celebrazione del quotidiano di Colette Nys-Mazure: