Lettera dal Land
Baviera, seconda settimana di Dicembre
Mia preziosa Gipsy,
che giornate, queste giornate!
Il sole è diventato quasi insolente, con la sua presenza fissa, e mi entra dalle finestre della camera senza nemmeno bussare. Lo adoro. Il cielo, poi, gli fa da complice, si schiarisce fino ad assomigliare a quello di casa mia. Lo ringrazio. L’aria è fredda, ma dolce.
Dicono tutti che sia arrivato Dicembre, ma secondo me è Ottobre che ci sta facendo uno scherzo e si è travestito. Non so. I bambini giocano davanti alla mia casa, urlano parole che non capisco ma poi si avvicinano alla mia finestra, bussano piano, mi salutano. Sono più belli del sole, dovresti vederli.
Dicono tutti che sia arrivato Natale. E’ vero, qui il Natale arriva prima. Profuma, accende luci in posti inaspettati, ti invita a uscire senza vergogna. Ti chiama, ti affascina e alla fine ti conquista. Non gli importa che tu appartenga all’estate, alle feste di Primavera, alla frutta fresca. Non ci crede. Fa bene, ha ragione. Me ne sono innamorata per la prima volta in vita mia, dovrei sentirmi in colpa secondo te?
Gipsy, se vedessi i mercati di Natale!! Se camminassi con me tra quelle casette di legno e le promesse di felicità per l’anno che verrà, tra quei sapori dolci e il vino caldo, tra quei sorrisi, se ti sedessi accanto a me di fronte al mio lago bavarese, così blu, così calmo, così. Così. Riesci a immaginare quali storie può contenere un posto del genere? Quali magie riesce a creare? Sono certa che riesci.
Ho sognato una di quelle storie, settimane fa. Me l’ha raccontata il lago. E’ una storia segreta, in realtà, una leggenda che si può raccontare a bassa voce ad una sola persona.
Io ho scelto mia sorella.
Ho volato fino a casa per raccontargliela. Lei ha ascoltato, i suoi occhi a mandorla spalancati per la sorpresa e la magia. Il sorriso che ha fatto e quello che mi ha detto non potrò scordarlo mai.
Non scordo mai nulla che la riguardi, in realtà. Mia sorella è mia sorella, la mia Viola del pensiero. Sai, ho scelto io il suo nome, Viola, quando avevo appena cinque anni. Nome più azzeccato non esiste.
Hai mai raccontato un segreto a qualcuno che lo conosceva già? Lei sapeva già tutto quello che avevo da sussurrarle, tanto che la fine della storia l’ha raccontata lei a me. Ancora mi chiedo come abbia fatto. Mia sorella è la magia della mia vita.
Gipsy, ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrate? Ti ricordi di cosa abbiamo parlato? Non è stata forse un’altra delle magie di mia sorella, quell’incontro?
Sono elettrizzata! Così tante cose da fare, parole da scrivere, posti da vedere, copioni teatrali da ripassare, e così poco il tempo! Non importa, metterò le mie scarpe fortunate oggi, per andare incontro alle storie di Natale che si celano da queste parti. Ne troverò una perfetta per te. Qui basta spostare un sasso, guardare dietro un tramonto, aprire una pallina di Natale, mangiare una fetta di torta di mele, toccare inavvertitamente la mano di qualcuno. Bastano queste cose semplici a raccontarti segreti pazzeschi, favole di Natale che però sono vere, segreti da riportare a qualcuno che abbia la passione e l’amore per poterli capire e a sua volta tramandare.
Come sarà facile raccontare a te. Dolce, anche.
Sono in ritardo. Le mie scarpe, e qualcuno lì fuori, mi aspettano. Devo lasciarti, Gipsy, ma soltanto il tempo di andare a scovare posti nuovi e nuovi sogni, non ti faccio i miei auguri di Natale perché ti scriverò prima che arrivi.
Mia sorella mi ha mandato una sua foto, un’altra, che io ho attaccato in corridoio vicino a quella in cui siamo insieme, sono piena di foto sue qui nella mia altra vita, nella mia altra casa. Perché non vi sia mai una stanza senza di lei.
Mi piace immaginarti felice e indaffarata in mezzo ai meravigliosi, strani personaggi che si aggirano come gli elfi di Natale nella tua cucina. Impagabili.
Spero ti arrivi il mio abbraccio,
Sabrina