Rossana #1 Isole…………

rossanella

Ok ci provo cara Gipsy

Ci provo a scrivere una lettera che da giorni, settimane, ho per la testa….

Ti scrivo anch’io dalla mia isola, per lo meno dall’isola in cui sono adesso e da cui presto me ne andrò.

E’ un isola molto rumorosa sai la mia isola e stranamente anche molto silenziosa…ti scrivo proprio in uno di questi magici momenti di silenzio

E dunque mi conviene scrivere in fretta

Sai che io non sono poetica, almeno non sono una che riesce attraverso le parole ad esprimere la poesia che sente dentro… ma proverò comunque, perché di poesia si tratta.

Sulla mia isola ci sono occhi che hanno visto l’infinito perché è da lì che vengono  ora sopraffatti da ciò che hanno trovato qui e quando li guardi hanno le risposte a tutte le domande

E occhi che verso l’infinito tendono di nuovo

E ci sono odori e suoni che parlano al cuore

E ci sono panni ammucchiati e poi stesi ad asciugare

E spiagge di bianco latte e il mare ha un profumo dolce ed acre e un vento nuovo fa increspare le onde…

C’ero già stata su quest’isola e so che ci sei stata anche tu … ne ho trovato i segni,  ma ci sono voluta tornare, sapevo di averci lasciato qualcosa che dovevo recuperare  ma che già mi apparteneva, quando me ne andrò non penso che farò più ritorno.

Su altra sabbia bagnata lascerò le mie impronte, già lo so …

Ma ora che sono qui voglio godermi tutto, tutto ciò che ho dimenticato … questo è uno di quei posti che ti restituisce all’universo perché anch’io ho avuto questi occhi, questo sguardo da cui mi sento ora riconosciuta, cercata, ma ne ho perso la memoria … nasciamo così piccoli ma celiamo in noi qualcosa di talmente grande da doverlo dimenticare … questa è la mia occasione per averne di nuovo il sentore, ricordarlo appena un po’, e non dimenticarlo più. E non è cosa da niente questa … Sai ho visto una foto in cui il tuo “uomo volante” portava in segno di esultanza le mani sopra la testa con i pugni chiusi ..come fanno i neonati quando dormono che alzano le braccia con i pugnetti chiusi come una resa … e me lo sono immaginato così …ecco non so quella foto mi ha fatto pensare che tutto parte da li e li torna.

Si è un’isola un po’ faticosa questa, altre ne ho abitato forse anche più faticose … ma c’è una fatica più bella che la fatica d’amore?

Ciao Gipsy, come vedi non sono una poetessa … in realtà sono solo uno strumento per la poesia … o almeno mi piace pensarlo…  del resto tu, che poetessa sei, mi hai fatto sentire tale

 

A presto, dalla mia isola alla tua isola

Rossana

rossanaù

E quando nevica..La mia zuppa di ceci con i quadrucci fatti in casa

La mia zuppa di ceci con i quadrucci fatti in casa

12509723_761940420604027_2888026673513626200_n

Ingredienti

1/2 kg di ceci tenuti in ammolo la sera prima

Per il soffritto:

1 spicchi d’aglio

un po’di pomodori pelati

Peperoncino piccante

pepe nero

olio extravergine

Per i quadrucci

farina

acqua

Preparate il soffritto,calate i ceci morbidi, coprire con abbondante acqua calda,far cuocere a fuoco lento.Quando sono cotti far cuocere la pasta fatta in casa in acqua bollente,a noi piace  a forma di piccoli quadratini.Quando la pasta è cotta ,versarla nella zuppa.Servite  con un filo di olio extravergine d’oliva,bollente.Accompagnate con un vino rosso forte Calabrese.

dac55a3eae8443848bf91f9385ed242c1

12508869_761940727270663_3742015461973743552_n

12512582_761940557270680_309159387288645145_n

Non si scioglierà la neve……..

Non illuderti.
Non ti basterà schierarli,
tutti.
Generali poeti,
pittori colonnelli,
chitarristi sergenti,
scrittori strategici,
fanti scultori
e bizzarri poliziotti.
Sì, un inizio, uno splendido
inizio, conforto del filosofo,
ma non sufficiente,
non illuderti.
Non ti basterà progredire,
giocare con il caso,
puntare
sul cavallo migliore,
non basterà ma
tu fallo lo stesso,
agisci, fino alla fine.
Qualcosa accadrà,
questo è certo,
qualcosa accade, sempre, in continuazione.
Un dardo sta per colpirti. Non spostarti, resta fermo.
Un fiore è più feroce di mille soldati schierati.
Non si scioglierà la neve,
sarà tutto il resto a farlo.

Cardiopoetica

foto CAKE

http://www.matpaabordet.no/99acb9f8eb1e942103e3d2af1f4b5a301

neve11

neve11111

12390931_757348681063380_2834370100119588539_n

neve733

1465412_606647632799974_2167371294752640667_n

 

 

tumblr_o0obuvE2N11si53zno1_540tumblr_noaz1yggW01rne223o1_540

#L’uovo fritto/sodo

L’uovo fritto/sodo a occhio di bue Ingredienti: 1 uovo 1 padella Sale Olio 1 coperchio Io l’uovo fritto non lo so fare. In realtà non so proprio cucinare. Una volta ho provato a fare un uovo fritto, ma ho sbagliato per amore. Pensavo di far bene coprendolo per non farlo raffreddare. È cosi che ho creato l’uovo fritto/sodo. Una vera schifezza. Sono più brava a fare le frittate! Ma quella è un’altra ricetta…

Marzia

6e89da27a1e688bbfa29284f586dfe72

Profumi e chiacchiere,ovvero una cenetta tra amiche

 Orecchiette con i broccoli come li faceva mia nonna pasta e broccoli

ingredienti

1 broccolo nero di media grandezza

1 manciata di pinoli

1 manciata di uvetta

pangrattato

2 acciughine sott’olio

400 grammi di orecchiette

1 spicchio d’aglio

olio extravergine q.b.

pepe nero (se piace)

pulite il broccolo e fatelo bollire in una pentola quando sarà a mezza cottura calate le orecchiette.Nel frattempo in una padella fate soffriggere brevemente i pinoli,l’uvetta,l’aglio ,il pangrattato e le acciughine.Mantecare le orecchiette nella padella,servire caldo,sentirete il profumo della mia puglia.

Sardine a beccafico ricetta che ho imparato da una vecchietta a Panarea  sardine a beccafico

Ingredienti (per 4 persone)
Mezzo chilo di sarde
100 g di pangrattato
3 cucchiai di pinoli
4 cucchiai di uvetta passa
1 spicchio di aglio
il succo di un limone
olio extravergine di oliva qb,
sale e pepe

Pulite le sarde e apritele,e nel frattempo tostate il pan grattato in una padella ,dopo che sarà ben dorato mescolatelo con l’olio, l’aglio , i pinoli e l’uvetta

distribuite il composto  un cucchiaino su ogni sarda  e arrotolatela Disponete i rotolini di sarde in una teglia oliata alternando le foglie di alloro.Bagnare le sarde con una marinata di succo di  limone , sale, pepe e olio extravergine,infornare per circa 15 minuti in forno .Ad ogni boccone vi sentirete sull’isola,giuro.

Merluzzo gratinato con polpa di granchio e crosta di erbe  una ricetta squisita trovata da qualche parte merluzzo ceosta di granchio e erbe

  • 4 cucchiai di olio d’oliva
  • 6 x 150g spessi filetti di merluzzo
  • 300g polpa di granchio bianca
  • 150g di pangrattato 
  •  scorza grattugiata e il succo di 1limone
  • 75g di burro, fuso
  • Foglie da 4 rametti di dragoncello tritato
  • 2 cucchiai di erba cipollina tritata,
  • ½ cucchiaio di prezzemolo tritato
  1. Scaldare il forno a 200 °

  2. Mettere l’ olio in  una teglia e disporre i filetti di merluzzo in  in un unico strato. Condirli con sale e pepe nero appena macinato.
  3. Mescolare tutti gli altri ingredienti in una ciotola e condire i sei filettiCuocere in forno per 14-15 minuti. Servire immediatamente.

Flan superprofumato ai mandarini.Una goduria…….8I

Ingredienti:
300 gr. zucchero
1 tazza di acqua
4 uova
2 mandarini
spicchi di mandarino per decorare
1 manciata di mandorle
gocce di limone
Preparazione:

 

  1. in un pentolino di alluminio porre lo zucchero, l’ acqua e le gocce di limone e far caramellare a fuoco dolce. Quando il composto inizia a scurirsi togliere il pentolino dal fuoco e versare il caramello nello stampo da budino, facendolo roteare per ricoprirne bene le pareti. Conservare a parte. Tritare finemente le mandorle con un cucchiaio di zucchero.
  2. Montare in una ciotola le uova intere con lo zucchero; unirvi quindi le mandorle tritate e la buccia dei mandarini Amalgamare molto bene gli ingredienti, quindi unire Lavorare ancora brevemente, quindi versare il composto nella forma da budino contenente il caramello. Scaldare il forno a 180 °C.
  3. Porre lo stampo da budino in un altro recipiente contenente acqua. Coprire con un foglio di alluminio e passare in forno e cuocere per circa 45 minuti, quindi eliminare l’alluminio e continuare la cottura per altri 30 minuti circa. Passare la punta di un coltello lungo i bordi per staccare il flan, sformarlo, non appena sarà freddo, su un piatto da portata e posizionare tutt’intorno delle mezze fette di mandarino

 

e per concludere ci scateniamo…..

 

Marzia#1 Dal mio respiro………..

10255204_10203569984559142_6861067300952424007_n
Ti scrivo da qui, che non so più dov’è… Ti scrivo da una confusione, ma non una di quelle che entusiasmano perché portatrici di caos, no. Ti scrivo da una di quelle confusioni che ti tengono ferma. Quando stai ferma la vita ti passa accanto, e tu la guardi passare, ma sei ferma. Ti scrivo dal mio cuore per dirti che voglio ballare con te. Il mio tutú è sgualcito, la mia mantilla ha un odore di muffa, ma nonostante i colpi, le mie gambe sono ancora buone. Voglio ballare tra i giunchi, in una nicchia sacra, tra le stelle, accanto a un morto, nelle fiamme che sciolgono lo stagno, per strada e in quel posto che molti conoscono, alcuni calpestano ma che solo pochi vivono.
Quando sai di essere nata per qualcosa e scopri cosa, non puoi più farne a meno.
  Ti scrivo dalla mia pancia, per rinascere e partorire nuovi sogni e nuove pazzie, per nuove risate e nuove lacrime d’emozione. Ti scrivo dal mio respiro che va insieme al mio cuore.
Marzia
383923_2925863314586_918340632_n

Soufflé au fromage : la preuve…..

Una donna innamorata lo brucia il sufflè, una donna infelice, si dimentica di accendere il forno..! Dico bene?
dal film Sabrina souffle_al_prosciuttolatte 300 gr
fontina 80 gr
formaggio asiago 70 gr
burro più un po’ 40 gr
farina 40 gr
uova 4 pz
miele
noci
sale
pepe

Sciogliete il burro in una casseruola e stemperatevi la farina. Aggiungete poi il latte, portate a bollore mescolando e cuocete fino a ottenere una besciamella densa. Unite Asiago e fontina grattugiati a filetti e fateli sciogliere; aggiustate di sale e pepe e lasciate raffreddare il composto.

Montate intanto gli albumi a neve. Imburrate 8 ramequin (stampini cilindrici di ceramica pirofila, ø 8 cm, h 4 cm). Amalgamate i tuorli uno per volta al composto di formaggi ormai freddo, quindi incorporate molto delicatamente gli albumi montati.

Riempite i ramequin con il composto per tre quarti e infornate a 175 °C per 14-15’. Sfornate i soufflé, colatevi sopra un filo di miele e completate con gherigli di noce spezzettati. Serviteli subito, prima che si sgonfino.

ricetta

http://www.lacucinaitaliana.it/ricetta/antipasti/souffle-di-formaggio-miele-e-noci/

sabrina-soufflc3a9-big

Ingredienti per quattro persone

  • 50g di burro
  • 40g di farina
  • 250 g di latte
  • sale
  • noce moscata
  • pepe
  • 4 uova
  • 100g di groviera grattugiato

Preparazione

In una padella sciogliete il burro, quindi aggiungete la farina e, mescolando con un cucchiaio di legno, formate un “roux” ben amalgamato e leggermente dorato. Quindi aggiungete il latte, un pizzico di sale, pepe e noce moscata. Mescolate lasciando sobbollire per cinque minuti, ottenendo così una besciamella piuttosto densa. Fuori dal fuoco aggiungete i tuorli d’uovo e amalgamate. Montate a neve gli albumi e aggiungeteli al composto precedente assieme ai 100 grammi di groviera. Mescolate energicamente e versate il composto in uno stampo da souffle precedentemente imburrato e cosparso di formaggio groviera grattugiato fine. Infornate a 190 gradi per circa 30 minuti. Il risultato dovrà essere un bel souffle gonfio e dorato.

Lo stampo da souffle potrà essere unico o, meglio, individuale: uno per ogni commensale.

Tempo di preparazione: 30 minuti

Tempo di cottura: 40 circa

Difficoltà: elevata

Alcuni “trucchi” finali

Abbiamo visto come preparare souffle al formaggio nella classica ricetta francese. Questo, almeno, in teoria. Il tipico problema dei souffle è che non si gonfiano abbastanza o che, estratti dal forno, si sgonfino troppo. Non è che il risultato sarà cattivo dal punto di vista del sapore, ma anche l’occhio vuole la sua parte… Ecco allora alcuni accorgimenti che dovrebbero evitare questa possibilità.

  • Il bianco d’uovo deve essere montato a neve ben ferma, e va amalgamato al resto degli ingredienti mescolando con movimenti verticali, evitando quelli circolari.
  • L’operazione descritta precedentemente deve essere effettuata all’ultimo momento, subito prima di versare il composto negli stampi e infornare.
  • Usate stampi con pareti verticali (non svasate) in modo da favorirne la crescita.
  • Il contenuto degli stampi deve arrivare a circa 6 cm dal bordo, per evitare che, crescendo, tracimi.
  • Evitate di aprire lo sportello del forno durante la cottura.
  • Servite il souffle’ appena sfornato.
  • http://cucina.excite.it/come-preparare-souffle-al-formaggio-ricetta-francese.html

Sabrina-collar-01Sabrina-1954-romantic-movies-29324120-1067-800

SABRINA_SOUTH-8

 

Gipsy #6 Vi scrivo da una solitudine ……

“Seduta al mio posto, mi chiedo che cosa in noi mantiene vivo il desiderio di andare avanti comunque, ad ogni età e in ogni circostanza. Per alzarsi e mettersi in marcia, spesso bisogna essere chiamati per nome. […]
Appartenere a un luogo, quello di nascita e quello di elezione. Dedicarvisi, invece di rivolgere gli occhi altrove, avanti o indietro. Gioire di una certa luminosità del cielo a quell’ora, delle stagioni, dei paesaggi: è un fiume o una spiaggia, una radura in collina o una città, è casa mia. Io sono qui, adesso……..

5e0430be72a811f1b5bcaaa4e49517f01

Ma con lo stesso fervore spostarmi. Non necessariamente lontano, ma cambiare punto di vista, scoprire cose del tutto differenti, prendere coscienza della relatività, per meglio discernere cosa fa del nostro «qui» un luogo unico. Partire per meglio riscoprire. […]
Forse siamo veramente noi stessi solo nella meraviglia, nella loda, nella riconoscenza. Occasioni in cui si esprime la parte migliore del nostro essere, che canta, si dilata […].
L’ammirazione è solo una dei nomi della Speranza, una piccola via di Speranza. Uscire dall’io, spesso angusto e cupo, per lasciarsi cogliere dall’ammirazione. Raschiare dall’essere lo strato dell’abitudine e d’usura così da contemplare quanto di bello si presenta agli occhi spenti, assuefatti. […]

c54e62991c9fbd33ab27ce0ee4c2f73f
Accogliere come un prodigio il primo viso: quello più familiare, tanto vicino che non lo si vedeva più, o lo sconosciuto incontrato per strada; il volto dell’altro che viene verso di noi con il carico di desideri e paure che possiamo sentire come nostro, anche se lui ci rimane ignoto. Lasciarsi toccare dai compagni di metropolitana: la mano del bambino nero nel palmo rosa della madre, la guancia adolescente appoggiata sulla spalla amica in giubbotto di pelle, la discussione appassionata sul giornale semiaperto fresco fresco. Fratelli umani che con noi vivete!
Distogliersi da se stessi, staccarsi dagli errori, dagli insuccessi, entusiasmarsi per darsi alla bellezza che salva

Vi scrivo con entusiasmo. […]
Vi scrivo da una solitudine……..

ppppp

Tutti gli uccelli han preso il volo, la casa è stranamente silenziosa. Dopo il vocio dei risvegli, la febbre delle partenze […] c’è il vuoto, vertiginoso. […] C’è tutto il disordine da risistemare, le spese e già il pranzo… ma da dove cominciare? […]
Anzitutto riposo. Assaporare questo momento senza cedere al desiderio furtivo di ritornare a letto, senza stordirsi subito con le faccende. Un istante di pace sul bordo del tavolo di cucina ancora ingombro dei resti della colazione o nel cantuccio prediletto. La tazza di caffè gustata senza che un gomito maldestro la faccia versare sulla gonna o che una richiesta urgente […] vi scuota.

078c5aab34eb0662de7ecaa57e9b40671

Lo sguardo posato sull’albero alla finestra. Lunga spiaggia dove correre, correre, come a cinque anni, a quindici o a trenta. L’io si ricompone attorno a questa cavità così piena. La posta cade nella buca delle lettere. Il colpo familiare provoca lo slancio: Chi pensa a noi, a me? Una lettera da gustare. Il giornale aperto collega di botto col mondo. Il campanello dell’ingresso: la vicina, con le mani infarinate Non avrebbe mica un uovo? Il telefono rompe il silenzio: Sei tu? Sono pochi quelli che possono risparmiare formule di presentazione, coloro la cui voce ci colpisce nel vivo, e possono permettersi l’indiscrezione: Che cosa fai? A cosa pensi?

 

Ecco! Il meccanismo è ripartito: tutti i legami invisibili che intrecciamo continuamente, che formano la trama della nostra vita, presuppongono anche una stoffa propria, quella stessa che si tesse nel silenzio, che chiamiamo giardino segreto, intimità, raccoglimento. Che valore avrebbero le nostre relazioni se non avessero alla base quell’esistenza silenziosa?”

blogo

èè

Celebrazione del quotidiano di Colette Nys-Mazure:

 

 

Sabrina #4 E così fu …..di cicoria di tulipani e del vento dentro

79e974321f73ac19cc314369368117961.jpg

Lettera dal Land

Baviera, ultimi giorni di Dicembre

Mia preziosa, preziosa Gipsy,

ho camminato tra rami e boschi gentili, ieri, case di legno grandi e profumose di vita alla cannella, balconi decorati e fiori, e un uomo che mi è passato davanti – o attraverso, non so ancora – col vento dentro. Cercavo tulipani che non ho trovato, in mezzo a questi giardini da favola antica, perché li avevo visti nella tua cucina e volevo portarmeli a casa. Aspetterò di trovarli nel campo di fiori liberi che c’è qui, dove per un solo pensiero scritto a qualcuno e lasciato in una cassetta blu, puoi portarti via petali e colori e fiori di ogni genere. Così, con una poesia che ti atterrisce, la Baviera ti regala sogni floreali e realtà da annusare quando vuoi.

Non ho trovato i tulipani, Gipsy, ma la storia sì. La tua. Ho spostato un ramo e una signora mi ha visto nel suo giardino, d’improvviso, a spiarle il tempo e lo spazio. Io ho gridato, lei no. Ha sorriso un poco e raccolto un cestino  pieno di cose che non conosco, dello stesso colore del suo scialle invernale. E poi per me la sorpresa.

Mi ha scoperta italiana al primo sguardo, un po’ strana al secondo, e al terzo ho scoperto io che sapeva parlare la nostra lingua. Non quella del nostro paese, ma proprio la nostra, quella delle emozioni, delle storie raccontate con espressioni e gesti puliti, delle azioni sceniche essenziali, evocatrici, reali e metaforiche, assurde nell’accezione che conosciamo, la lingua della parola espressa che rimanda a immagini e sensazioni, nel più puro donarsi ogni giorno ed essere strumento e veicolo di vite che da qualche parte, in qualche tempo, vivono davvero.

Mi ha donato la storia per te, quella che cercavo dietro il sole insperato di questo inverno, su un libro che non capivo, nei chilometri che ho fatto per vedermi un altro pezzo di mondo, e che invece ho trovato in lei, capelli argento in un giardino ad anfiteatro, gesti chiari e poche parole, quelle che servivano, e il resto solo fantasia. Che io chiamo creare, ma anche essere.

8c1498cac9fadfc5d36c59642fdd5c7a.jpg

La nobile storia della cicoria e del suo fiore

“Narra un’ antica leggenda bavarese che un giorno una bellissima principessa venne abbandonata dal suo amato principe, sedotto senza speranza da una ninfa. Incredula e disperata, la principessa corse e corse, inseguita dalle sue damigelle, fino a che non giunse in un palazzo dai colori magnifici ma sbiaditi. Senza pensarci la giovane sposa entrò e inginocchiatasi al centro della grande stanza ovale, pianse giorni di lacrime e dolore.

Le damigelle non sapevano che fare, lì intono a lei le facevano da scudo, come per proteggerla. Ma la principessa non riusciva a smettere di pensare al suo amato ormai perduto, non tratteneva il pianto e il suo corpo, piegato dai singhiozzi, era via via sempre più debole. La tristezza e la paura prese le damigelle, quando dopo tanto abbattersi, la principessa esclamò

– Voglio morire, anche se non lo vorrei, perché non posso vivere pensando di non poterlo più rivedere ovunque io vada.

Allora le damigelle esclamarono all’unisono

– Se è questo che vuoi, allora anche noi lo desideriamo. Vogliamo morire, anche se non lo vorremmo, ma la nostra morte non deve essere vana: morire, si, ma che sia lui a vederci ovunque, il principe infedele, su ogni strada che percorre. Questo vorremmo.

E qualcuno ascoltò le loro preghiere, e anche se nessuno potrebbe giurare che fosse la voce di Dio, ecco che una voce le raggiunse:

– Ho ascoltato il vostro dolore e i desideri, e vi porrò rimedio e fine. Non morirete, questo è certo. Diverrete dei fiori splendidi, tutte. Ma tu, dolce e disperata principessa , avrai il colore bianco del tuo vestito di sposa splendida e vivrai in tutte le strade in cui il principe camminerà, per vederlo in eterno senza essere vista.  Voi, damigelle fedeli, vi trasformerete in splendidi fiori azzurri e abiterete tutte le vie e i campi e i luoghi che il principe si troverà a percorrere, perché in ogni angolo lui vi scorga e vi veda per primo e dappertutto.

E così fu.”

bff57bf09b4d9e0b8878c1f44c16b4751

Per questo motivo, ancora oggi, il fiore della cicoria è chiamato qui Wegwarte, “guardiana delle strade”, e si schiude all’alba per poi richiudersi al tramonto, quando il principe, lontano dalle strade, è ormai tornato al suo castello.

La tua storia Gipsy, che ha il profumo delle tue cose buone, la poesia del nostro essere teatranti, e la voce e gli occhi e i gesti di una signora bavarese sconosciuta, con un cesto in mano, in un giardino ad anfiteatro, in un giorno qualunque. Ma forse mi sbaglio. Forse, quella signora, io l’ho conosciuta in un modo in cui è difficile conoscere qualcuno. Forse l’ho conosciuta davvero.

Ti arriverà, ne sono certa, il mio lungo abbraccio,

Sabrina

f7bf491931987225b7315d4d983fbb2b