Non illuderti.
Non ti basterà schierarli,
tutti.
Generali poeti,
pittori colonnelli,
chitarristi sergenti,
scrittori strategici,
fanti scultori
e bizzarri poliziotti.
Sì, un inizio, uno splendido
inizio, conforto del filosofo,
ma non sufficiente,
non illuderti.
Non ti basterà progredire,
giocare con il caso,
puntare
sul cavallo migliore,
non basterà ma
tu fallo lo stesso,
agisci, fino alla fine.
Qualcosa accadrà,
questo è certo,
qualcosa accade, sempre, in continuazione.
Un dardo sta per colpirti. Non spostarti, resta fermo.
Un fiore è più feroce di mille soldati schierati.
Non si scioglierà la neve,
sarà tutto il resto a farlo.
Non ti portavo regali ma assaggi di viaggio. E’ così che cominciava il racconto ogni volta che tornavo. Raccoglievo ricordi sensazioni odori, pensieri in un piatto. Il mio speciale piatto ricordo per te.
Per te che viaggiare non potevi e non avevi mai potuto, per te che vivevi dei nostri racconti e che sapevi ascoltare e capire cosa c’era dietro ogni parola.La moussaka è stato il mio regalo dalla Grecia e credo sia stato il tuo preferito.
Dentro c’erano il vento, il sole, il mare, il candore delle case, le paglierine sulla spiaggia, il vino buono e i sorrisi.
Affettiamo le melanzane e le friggiamo, poi uguale con le patate. La besciamella la fai tu perchè io a girare non sono mai stata brava, mi si stanca subito il polso. E fai anche anche il ragù, che non è quello bolognese ma fresco, arabo, profuma di vita e per farlo devi pensare di cucinare in riva al mare.
Gli strati li compongo io perchè tu sei una pasticciona e imbrogli sempre.La cucina alla fine non si riconosce. C’è una catasta di pentole nel lavabo, l’olio unge tutte le pareti, le macchie di besciamella sul pavimento si confondono con il colore del granito, per fortuna…
Anche noi ci odoriamo a vicenda e ridiamo per la puzza di fritto tra i capelli.
Abbiamo cucinato insieme, sulla spiaggia, un’altra volta.
Se avessi avuto una figlia femmina le avrei regalato la bambola Holly Hobby,veramente anche il mio primo figlio ci ha giocato,con la mia.Non è che mi piacesse tanto,i vestititini erano attaccati alla stoffa del corpo, non potevo svestirla ne pettinarla,non potevo laverle i capelli ne metterle il rossetto,ma mentre tutte le altre la sera prima di andare a letto finivano nel cesto,lei la portavo a dormire con me .Il profumo ecco,lei profumava di vaniglia e di mele,di lavanda , di dolcetti e di baci.Non so che profumo hanno i baci ma certamente era lo stesso della mia Holly e dei miei muffin.
La ricetta
Ingedienti
Burro: 100 gr
Uova: 3
Farina: 150 gr
Zucchero: 130 gr
Lievito: 1 bustina per dolci
Zucchero a velo: q.b.
Latte: 1 tazzina
Sale: 1 pizzico
una bustina di vanillina
Preparazione
Amalgamare il burro con lo zucchero, poi un uovo alla volta, aggiungere farina,lievito, vanillina, sale , alla fine la tazzina di latte
Io uso i pirottini di carta colorata per infornare ,riempiti a metà
Un sabato qualunque di settembre,è presto,fa ancora tanto caldo.Non apro neanche la persiana mentre preparo il caffè.Un raggio di sole riesce a penetrare ,tutto diventa verde ,un tuffo al cuore,un ricordo lontanissimo,un balcone ,tanto sole,muri bianchi,un odore forte di fichi secchi e una tenda,quelle di plastica, verde,era verde.Una cucina bianca,di quelle antiche con le mattonelle azzurre e la cucina a legna,una bambina mangia una focaccia con i pomodorini,quella tipica che portava Colino la mattina presto,si Colino,lo scemo del paese,Noci,con i muretti a pietra,la grande piazza ,la pasticceria Da Paolino,il paese del mio papà. Le coperte erano già stese dai balconi,San Rocco sarebbe passato da li a poco e noi bambini avevamo un cesto di petali di fiori da buttare al Santo durante il passaggio.Era la festa grande del paese e noi eravamo arrivati la sera prima dalla Calabria e tutti i fratelli e le sorelle di papà sarebbero venuti a pranzo dalla nonna. Il tavolo della cucina , grande,col ripiano di marmo ,era pieno di orecchiette,erano tante,tantissime,tutti intorno provavamo a contarle ma perdevamo il conto Il Santo,il Santo eccolo,eccolo,i fiori i fiori,buttate i fiori,San Nicola facci la grazia,che bella la musica della banda .Ma…Colino ha portato il Cacioricotta?..Eh già perchè senza il Cacioricotta le ricchitedd non si potevano mangiare!!!
Bussano alla porta,è mia sorella ,le dico,le orecchiette,la tenda,la nonna,i cugini,Paolino ,i muri bianchi ,la tenda verde,ma come non te la ricordi,no era blu di metallo e poi non ti puoi ricordare,eri troppo piccola,io non ero ancora nata,ma come ,giocavamo alle signore ,contavamo le orecchiette,San Rocco…Ma allora…non sono miei questi ricordi ..sono ricordi di altre persone…cosa sono allora..Sono .i desideri che non si sono appagati,la felicità che ci siamo immaginati,sogni che abbiamo creduto veri.le strade non prese,la vita che poteva essere e non è stata…
Mary,facciamo che ..oggi prepariamo le recchitedd ,dai ,giochiamo alle signore!!!!E poi,la tenda era verde,io. l’ho vista!
Così:
JORGE LUIS BORGES
ELEGIA DEL RICORDO IMPOSSIBILE
Che cosa non darei per la memoria
di una strada sterrata fra muri bassi
e di un alto cavaliere che riempie l’alba
(lungo e sdrucito il poncho)
in uno dei giorni della pianura,
un giorno senza data.
Che cosa non darei per la memoria
di mia madre che contempla il mattino
nella tenuta di Santa Irene,
ignara che il suo nome sarebbe stato Borges.
Che cosa non darei per la memoria
d’essermi battuto a Cepeda
e di aver visto Estanislao del Campo
salutare la prima pallottola
con l’esultanza del coraggio.
Che cosa non darei per la memoria
di un portone di villa segreta
che mio padre spingeva ogni sera
prima di perdersi nel sonno
e spinse per l’ultima volta
il 14 febbraio del ’38.
Che cosa non darei per la memoria
delle barche di Hengist,
mentre perdono il mare dalle sabbie danesi
per debellare un’isola
che ancora non era l’Inghilterra.
Che cosa non darei per la memoria
(l’ho avuta e l’ho perduta)
di una tela d’oro di Turner,
vasta come la musica.
Che cosa non darei per la memoria
di aver udito Socrate
quando la sera della cicuta
serenamente analizzò il problema
dell’immortalità,
alternando i miti e le ragioni
mentre la morte azzurra lo invadeva
dai piedi fatti gelidi.
Che cosa non darei per la memoria
di te che avessi detto che mi amavi
e di non aver dormito fino all’alba,
straziato e felice.
Papà mi sbucciava i cetrioli e me li metteva in un bicchiere. L’estate andavamo al fiume,il mio fiume ,e noi ragazzi facevamo il bagno…ed eravamo stupidi,e ridevamo per niente,ed eravamo felici. C’era il profumo d’origano e il profumo dei fichi neri che erano caldi caldi. Mi sdraiavo sull’erba e giocavo con la luce che sbatteva sulle foglie.Li’ sognavo….
dallo spettacolo 75 minuti
La Barraca teatro.
Di quelle estati ricordo che per noi bambini era sempre festa ,tutto era così bello,arrivavano i cugini da Bari e la casa profumava di biscotti che come una magia erano pronti già di mattina presto per la nostra colazione.Chiudo gli occhi e cerco di acchiappare quel ricordo,quella felicità ,l’odore delle mani di mia mamma ancora sporche di farina ….
Ricetta dei biscottini al burro homemade (ricetta originale di Mamma Nunzia)
INGREDIENTI
175 gr di burro morbido
200 gr di zucchero semolato
2 uova grandi
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
1 buccia di limone
400 gr di farina 00
1 cucchiaino di lievito in polvere
1 pizzico di sale
PROCEDIMENTO
Montare il burro morbido con lo zucchero fino a farlo diventare spumosa morbidissima e leggera , aggiungere poi le uova e la vaniglia e la buccia di limone. In un’altra coppa mischiare farina lievito e sale. Aggiungere le uova, burro e zucchero e mischiare dolcemente Avvolgere inella pellicola e far riposare in frigo un’ora. Riscaldare il forno a 180°C. Stendere la pasta tagliare i biscotti ,in forno per 10 – 12 minuti .Spolverare con zucchero a velo.Buonissimi con il latte.